Sì, è vero.
Tutti gli ingredienti sono a chilometro zero,
appulo-lucani, sono IGP, DOP, DOC,
presidi Slow Food.
Vengono selezionati personalmente dal contadino di fiducia, scelti al mercato locale, ogni mattina alle otto e trenta. Ed è anche vero che l'idea di cucina parte proprio da questi ingredienti di stagione per portare nel piatto qualcosa di autentico, tradizionale e unico. Una cucina piccola, intima ma con proposte culinarie indimenticabili, come il famoso raviolo di pasta di patate fatto in casa o l'involtino di ricotta fritta in pasta kataifi con marmellata di frutti bosco.
Poi c'è la selezione delle carni, dei vini, l'ottimo rapporto qualità-prezzo e la maestria dello chef, che riesce in ogni piatto a sublimare la cucina tradizionale in una suggestione.
Perchè è soprattutto di questo che si parla e si mangia a Soul Kitchen.
Riassaporare il ricordo della pasta fatta in casa dalla nonna, rivivere la gioia del piatto preferito da sempre, scoprire quanto è buono il peperone crusco caramellato sulla panna cotta. Puro gusto, pura emozione, gioia e anima in cucina. Tutto il resto rimane fuori, adesso è tempo di mangiare, bene. Ma prima, c'è stato il tempo di cottura della carne, della mano che dà forma alla pasta fresca, del legume che diventa burroso, della cicoria che si unisce alla fava.
È il 17 marzo del 2013. Mimmo si occupa della gestione e dell'accoglienza. Mentre Pietro è lo chef. In quegli anni Pietro lavorava all'estero ma più volte veniva raggiunto da una telefonata del fratello che gli parlava di un piccolo ma accogliente ristorante nei Sassi di Matera. Alla fine Pietro cedette, si mise in aereo e andò a visitarlo. Il ristorante era perfetto. Era il posto ideale per far diventare locale tutta l'esperienza globale maturata fino a quel momento. Ci misero l'anima per aprire quel ristorante. Ce la misero nel nome sull'insegna dietro la porta, ce la misero nella loro filosofia di cucina e ce la mettono in ogni piatto che ogni giorno portano sulla tavola del loro ristorante. Buon umore e buon cibo